Una delle meteoropatie più diffuse in Italia è sicuramente la “sindrome da Scirocco”. È noto che durante un’incursione del caldo ed umido vento meridionale, come sta accadendo ormai da dieci giorni sul nostro territorio, il corpo risenta di particolari sintomatologie che provocano uno scompenso fisico sotto diversi aspetti.
“Scirocco”: il nome deriva dall’arabo magrebino “Sulup” o vento di mezzogiorno. È chiamato, anche, “Jugo” in Croazia e “Ghibli” in Libia: origina dalle regioni sahariane. Nel suo percorso, attraverso il Mare Mediterraneo, si satura di umidità e raggiunge le regioni meridionali dell’Italia. Presente in tutte le stagioni, ha un apice di attività in autunno e primavera. La sua azione determina, dal punto di vista climatico, depressione barometrica e significativi aumenti di temperatura, umidità e del potenziale elettrico nell’atmosfera.
I soggetti più sensibili all’azione dello Scirocco sono gli adolescenti di età inferiore ai quindici anni e gli adulti di età superiore ai 50 anni soprattutto se neurolabili, depressi, distonici, convalescenti o defedati da preesistenti malattie. Una intensa ionizzazione positiva anticipa il fenomeno atmosferico determinando sintomi che insorgono 24 ore prima dell’evento per esaurirsi gradatamente con l’esaurirsi dello stesso. Lo Scirocco stimola una maggiore escrezione, da parte del sistema diencefalo-ipofisario, di serotonina e di Tsh, ormone che esercita un’azione di stimolo sulla ghiandola tiroidea. Il quadro sintomatologico è complesso ed è caratterizzato da sensazioni di malessere indefinito, ansia e depressione psicofisica, palpitazioni, cefalea, vertigine, insonnia, disturbi fotofobici, difficoltà di concentrazione e del livello di attenzione.
Particolarmente debilitanti, per intensità e frequenza, le vampate di calore e la sudorazione, soprattutto, nelle donne in menopausa. Una tendenza all’ipoglicemia è responsabile della stanchezza muscolare.
Lo Scirocco ha azione favorente le crisi asmatiche in soggetti allergici. Stimola l’insorgenza di coliche in pazienti con calcolosi renale e colecistica e riacutizza i sintomi da ulcera gastrica. Il forte gradiente di umidità causa la liberazione di sostanze vasodilatatrici e permealizzanti dei microvasi, delle arteriole, delle terminazioni nervose. Sono sostanze flogogene, pruritogene e algogene che hanno azione elettiva nei soggetti sofferenti di periartrite della spalla, fibromiositi del collo, del torace e della regione lombare o con pregresse fratture, calli e tilomi.
Un’ulteriore azione di questo vento si esplica sui fattori del sangue con aumento della concentrazione di emoglobina nei globuli rossi, del numero delle piastrine (piastrinosi) e un conseguente incremento della concentrazione della frazione corpuscolare (ematocrito).
Il risultato di queste alterazioni produce una maggiore attività coagulativa del sangue e un maggior rischio di malattie cardiovascolari come l’angina pectoris e infarto.
La Redazione