Quando in passato nevicava più spesso si raccoglieva la neve fresca sul balcone, o meglio in luoghi incontaminati, e si preparava una deliziosa granita con il vincotto.
Oggi, sensibili all’inquinamento atmosferico, forse nessuno lo farebbe più anche se la neve esprime purezza e candore. In effetti le nevicate ad Altamura e sulla Murgia erano frequenti nei mesi di gennaio e febbraio, talora con buoni accumuli.
Il vincotto pugliese, al contrario di quanto si creda, non è il vin brulé o vino riscaldato con spezie in uso nelle regioni centrali e settentrionali, ma è il succo dell’uva, il mosto non ancora fermentato. “U cuette” in dialetto o mosto sbollentato, assume una consistenza molto densa dopo il trattamento.
Il vincotto, per le sue proprietà medicali, viene definito l’elisir di lunga vita: protegge l’apparato respiratorio, libera dalla tosse e dal mal di gola. Il vino cotto aiuta contro i reumatismi, stimola l’appetito, migliora la circolazione sanguigna, attenua le fermentazioni intestinali e ripulisce l’intestino.
A Natale sulle cartellate, le rende digeribili e neutralizza come antidoto naturale i grassi della frittura, contenendo molti antiossidanti. Per ottenere 1.5 litri di vincotto, occorrono cinque kg di uva.
Articolo del dott. Giovanni Incampo – cardiologo