La regina incontrastata dell’autunno è la castagna con le sue varietà e ricca produzione in Italia. Detta anche “pane degli alberi” per il suo contenuto di amido. Da differenziare dai marroni più grossi e con un colore della buccia chiaro che in alcuni casi tende al rossiccio e presenta delle striature.
Le più vicine a noi geograficamente sono quelle del Gargano e del melfese. Molto belli lussureggianti per il fogliame gli alberi, che crescono sopra i 500 metri su terreno neutro e leggermente acido, ma mai argilloso, anche vulcanico (vedi il Vulture).
Da un punto di vista nutrizionale, la castagna è un alimento di elevata qualità grazie, soprattutto, all’alta percentuale di amidi abbinata ad un discreto contenuto di grassi, proteine, sali minerali (soprattutto potassio, fosforo, zolfo, magnesio, calcio, ferro) e vitamine (C, B1, B2 e PP).
Uno straordinario rimedio naturale per i problemi intestinali. Rafforzano le ossa e i muscoli, e migliorano la circolazione. Dotate anche di proprietà antinfiammatorie per la presenza di acidi fenolici, conosciuti per la loro potente azione antiossidante e per la loro capacità di prevenire una condizione di stress ossidativo.
In passato sono state utilizzate come “il pane dei poveri”: dalla sua polpa si ricavava la farina di castagna, per una serie di applicazioni, dal pane ad alcuni piatti. Oggi la farina di castagna di fatto non è più diffusa come un tempo, ma l’uso delle castagne in cucina si è molto ampliato, coprendo tutti i piatti, dall’antipasto al dolce. Al primo posto nella degustazione le caldarroste che fino ai mesi freddi e per tutto l’inverno, vengono serviti in cartoccio ai passanti nelle grandi città: scaldano le mani e danno il giusto apporto calorico per vincere il freddo. Nelle piazze molto bella l’atmosfera creata dai focolai per castagne con padelloni dove roteano, per raggiungere il punto di cottura ideale, che allontana la buccia dal frutto tra le mani.
del dott. Giovanni Incampo (cardiologo)