Nei mesi invernali troviamo sulle nostre tavole principalmente gli agrumi: arance, mandarini e limoni. Ma anche frutti esotici come i kiwi, e poi tra le verdure spinaci, rape e cavoli, tutti ortaggi ricchi di vitamina C. L’acido ascorbico, una vitamina idrosolubile che innalza le difese immunitarie, neutralizza i radicali liberi con il suo potere antiossidante e rinforza il collagene del tessuto connettivo e della parete dei vasi sanguigni.
Ad azione antitumorale, di prevenzione cardiovascolare, di rinforzo dello scheletro a livello di ossa, articolazioni e cartilagini, anti astenia, di rinforzo per denti e gengive, riparazione cicatriziale di tutti i processi flogistici e azione favorente la guarigione delle ferite.
La vit. C del limone, utilizzato come condimento degli spinaci, permette l’assorbimento del ferro cosiddetto “non-eme” contenuto nelle verdure, da distinguere con il ferro “eme” contenuto nella carne. In inverno la vit. C è molto rappresentata nella frutta di stagione ad assicurare il fabbisogno giornaliero, che nell’uomo è di 90mg e nella donna 70mg che sale in stato di gravidanza.
La malattia da carenza di vit. C è lo scorbuto, nota nella storia per aver colpito dal 1550 al 1800 i marinai inglesi nelle lunghe traversate in mare, con alti tassi di mortalità proprio per l’assenza di agrumi nell’alimentazione a bordo. I marinai britannici infatti venivano chiamati ”limey” (da lime: limone). Da allora si provvide ad assicurare la corretta alimentazione a bordo ricca di vit. C, non solo ai marinai ma anche agli immigrati.
A cura del dott. Giovanni Incampo – cardiologo